Andrea Cinciarini, recentemente raggiunto in testa alla classifica dei migliori assistmen del campionato da Gerald Robinson del Banco di Sardegna Sassari (9.5 di media per entrambi), ha parlato ad Andrea Tosi su “La Gazzetta dello Sport” dell’arte del playmaking, svelando subito qualche segreto: “Per diventare un bravo passatore, ho fatto mia una regola: durante la preparazione studio nei dettagli i miei compagni di squadra, osservo come si muovono e come preferiscono ricevere la palla. Ognuno ha caratteristiche diverse che vanno assecondate: c'è quello che va servito coi piedi per terra, quello in velocità, quello in uscita dai blocchi. Così nasce il feeling tra noi. Ovviamente ci sono ricevitori che preferisco perché mi trovo più in sintonia tecnica ma non escludo nessuno. E quando qualcuno sbaglia continuo a passargli la palla. La fiducia è importante e va incoraggiata.
Per Cinciarini passare la palla è una vera missione: “La considero la gioia più bella del mio lavoro. Molti giocatori vogliono segnare punti per mettersi in mostra e sentirsi realizzati; invece io preferisco un assist, per me è la sublimazione dell'altruismo in questo sport e del senso del gioco di squadra. Il talento c'entra poco, ci vuole molta disponibilità nei confronti dei compagni e, naturalmente, un'attenta esecuzione nei tempi giusti e nel modo più corretto per metterli nelle migliori condizioni di equilibrio e di spazio per andare a canestro”.
Il playmaker della UNAHOTELS ha avuto anche dei modelli da seguire: "Quando a Pesaro mi sono affacciato in prima squadra, ho avuto la fortuna di confrontarmi con Sasha Djordjevic che mi ha insegnato tanto. Poi sono sempre stato attratto dalla scuola greca dei Diamantidis, Papaloukas e Spanoulis. A Milano ho visto il Chacho fare magie e in assoluto considero Chris Paul, asso di Phoenix in Nba, il migliore di tutti".