News09/02/2004 09:12

Boniciolli: "Meglio rimetterci i soldi"

"A Messina non si poteva più lavorare"


Di due partite che c´erano ieri in città, Matteo Boniciolli ha scelto, passando da ?ste parti, di vedere la Virtus, pur avendo vissuto le sue giornate più memorabili in Fortitudo. «Strano? Per niente, volevo salutare il mio grandissimo Charlie Smith. E, affetti a parte, volevo parlare delle mie storie a Messina con Alberto Bucci, che rappresenta gli allenatori in Consiglio federale. In Sicilia ho passato due mesi, diciamo così, molto formativi».
Boniciolli è di nuovo un tecnico disoccupato: se n´è andato da Messina pochi giorni fa, pensando di non poter più governare una barca alla deriva. Vero è che la legge ha detto poi, dando torto a Busca che chiedeva i suoi soldi, che si poteva navigare. Forse, ma non per lui. «Rispetto le forme e i giudizi, però lo sapevo io come si lavorava, o non si lavorava, ogni giorno laggiù. Per come concepisco questo mestiere, non si poteva più allenare, perché mancavano le condizioni per farlo. I soldi non arrivavano, un giorno scioperava un giocatore, un giorno un altro, in squadra s´erano aperte le inevitabili spaccature tra chi aveva avuto e chi no. No, basta così. Aggiungo che, dimettendomi, ho rinunciato ai soldi. Ne ho presi solo una parte, ma non importa, non si vive per i soldi e, malgrado tutto, rimaniamo dei privilegiati, per il lavoro che facciamo e i denari che, quasi sempre, prendiamo». Timonerà il suo vice: la mano di Iracà, si dirà, se gli andrà dritta. «Bravissima persona, se ce la fa son felice per lui». Boniciolli invece resterà a Trieste, ad aspettare un´altra occasione.
A Messina l´avevano chiamato a metà novembre: vinte una, perse 7, erano ultimi da soli. Se n´è andato ai primi di febbraio, dopo il ?23 interno con Roseto, la contestazione del pubblico, le contumelie dei dirigenti alla squadra. L´ha lasciata terzultima, in quel momento salva: 5 vinte, 6 perse il suo bilancio. L´ultima, appunto, con Roseto: quella per dire basta. «Se non ti alleni non hai gambe, nel secondo tempo i ragazzi non correvano più, ma non hanno perso apposta». Di Messina che sabato sera perdeva a Cantù l´ha saputo davanti alle tigelle di Ugo, a Ponterivabella, antico covo dei giorni bolognesi. «E pure a Cantù chi meno aveva lavorato, o aveva la testa altrove per le note vicende, ha giocato male». Già, Busca: peggiore in campo. Che farà, verrà qui? «Non lo so, ma se là è finita penso sarebbe meglio per tutti che cambiasse aria». La prossima sarebbe stata la Fortitudo. «Ci tenevo, pazienza». (w.f.)

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